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Una Palestra di Vita
Cuore, emozioni ma soprattutto ragione
Estratto da "Il Mediterraneo - speciale motori" ottobre 1995

Tanti mi chiedono se ho paura a correre con vetture cosi' potenti e pericolose. Per fortuna quasi mai quando sono al volante. Il giorno in cui dovessi rendermi conto di spaventarmi a guidare, smettero' di correre. Perche' non esiste niente di piu' pericoloso della paura; un attimo di indecisione puo' costare un'uscita di strada o un incidente. Il massimo che puo' accadermi mentre guido e' di preoccuparmi di un cedimento meccanico ad alta velocita' e, in quel caso, un po' di fede non guasta (a Le Mans facevo sempre il segno della croce quando imboccavo il lungo rettilineo Des Hunadiéres). Certo sarei bugiardo se dicessi che non mi assale mai il timore di un incidente; oltretutto ho un sacro terrore del fuoco e di possibili menomazioni fisiche. Ma il rischio fa parte del gioco e bisogna imparare a convivere con la paura ed a dominarla.
Fortunatamente mi prende solo in determinate occasioni: quando vado a vedere gli altri a correre (penso sempre che i piloti siano matti, dimenticando che, quando sono anch'io nella mischia, sono altrettanto spericolato); quando assisto o vengo coinvolto in incidenti; a volte dopo un'uscita di strada, o uno scampato pericolo e quasi sempre prima delle partenze (ma forse in questo caso sarebbe piu' giusto parlare di tensione). Un argomento, che mi chiedono spesso d' affrontare e' il piu' intimo perche' riguarda le mie emozioni da corridore, quello che si prova in determinate circostanze della carriera di un pilota. La cosa piu' difficile e' cercare di spiegare la sensazione che si prova a guidare una macchina da corsa. In fondo e' la sfida con se stessi che affascina, questa continua ricerca del limite massimo, del dominio sul mezzo meccanico, in altre parole dei propri confini. Nel processo di scoperta di se stessi esiste anche una dolce ricerca della solitudine, cosi' come sicuramente accade ad un alpinista, un navigatore solitario, o un pilota di deltaplano e cosi' come probabilmente accade ad ognuno di voi in certi momenti della vita.
Ma il piacere della guida puo' e deve essere soltanto uno degli aspetti emozionali della vita di un pilota. Se non ci si lascia inaridire da certi meccanismi, e l'aspetto umano prevale sull'opportunismo e sulla componente prettamente egoistica del nostro lavoro, allora il mondo dell'automobilismo sportivo puo' regalare forti emozioni e diventare una grande palestra di vita.
Un abbraccio forte dal vostro: firma2.gif - 2687,0 K